Arianna

Ha appena compiuto 18 anni ed è originaria di Maracay, in Venezuela. Nel suo paese ha subito intimidazioni a scuola per non essersi voluta unire alle bande che controllavano il centro e in più è stata ricattata dalle stesse con la minaccia che avrebbero rivelato il suo orientamento sessuale. Per questi motivi ha abbandonato gli studi quando le mancavano solo due semestri.

Ora, dopo qualche anno, ha lasciato il Venezuela con l’obiettivo di riprendere gli studi ed è partita alla volta dell’Ecuador per ricongiungersi con la sorella Johanny che vive a Santo Domingo da diverso tempo. Arianna spera che sua sorella possa aiutarla a cominciare una nuova vita in un paese straniero. Durante il viaggio dovrà affrontare sul suo cammino le discriminazioni e i pericoli che i migranti incontrano in tutto il mondo.

È la sorella maggiore di Arianna e ha 25 anni. Ha abbandonato il Venezuela da più di tre anni ed è stata la prima componente della famiglia costretta a farlo nel pieno della grave crisi socioeconomica venezuelana. Ha raggiunto l’Ecuador a piedi dal Venezuela, come molti suoi compatrioti, e ha attraversato tutta la Colombia per arrivare in Ecuador compiendo un viaggio durato una settimana. Ha tentato la fortuna in diverse città e al momento si trova a Santo Domingo, sulla costa ecuadoriana. Nella tenuta in cui lavora non riceve uno stipendio equo, ma ha bisogno di questo lavoro per tirare avanti. Con il denaro risparmiato ha potuto aiutare Arianna a lasciare il suo paese e a realizzare il suo sogno di riprendere gli studi.

Johanny
Il signor Pedro

Nato in Colombia, è arrivato in Ecuador come rifugiato in seguito al conflitto armato nel suo paese, dove ha subito ricatti in cambio di protezione. Non ha mai ceduto a tali ricatti e, in conseguenza di ciò, ha cominciato a ricevere minacce continue che si sono tradotte in aggressioni nei confronti dei suoi familiari. È riuscito a far sì che la sua famiglia si trasferisse in un’altra città, ma un giorno, tornato dai campi, ha trovato la casa avvolta dalle fiamme. È stato allora che ha capito di dover fuggire immediatamente: è salito su un autobus e, con poche cose in valigia, si è diretto a Quito, la capitale dell’Ecuador. In questa città è riuscito a trovare la stabilità economica e ad aprire un ristorante. Grazie alla sua esperienza, è diventato un responsabile di quartiere e aiuta costantemente le persone che lo circondano, tra cui altri rifugiati.

Vive nella zona settentrionale dell’Ecuador insieme al marito e alla figlia più piccola. Ha un’altra figlia e due nipoti che adora. È molto carismatica e comunicativa, sempre disposta ad aiutare chiunque ne abbia bisogno. Nel quartiere è molto benvoluta e va d’accordo con tutti i residenti. Tutti i giorni si reca da casa al suo negozio che si trova nel centro di Cotacachi. Fa parte di gruppi comunitari della città ed è solita operare nel sociale per aiutare rifugiati e migranti che attraversano la Panamericana. Lo fa pensando sempre a sua sorella, che più di vent’anni fa ha lasciato l’Ecuador in cerca di un futuro migliore in Europa.

La signora Rosa
Laura

Ha vent’anni ed è di Caracas, in Venezuela. Da un paio di anni è affetta da HIV e, a causa della grave crisi sanitaria e ospedaliera, non aveva la possibilità di essere sottoposta a terapia antiretrovirale nel suo paese. Ha fatto diversi tentativi, ma non è riuscita ad avere regolarmente tali farmaci. Questa necessità e la sua voglia di vivere l’hanno obbligata a prendere la decisione di abbandonare la sua terra per cercare un’alternativa all’estero. Ha deciso di andarsene durante la pandemia e ha dovuto fare moltissima attenzione per non ammalarsi di COVID-19. Ha scelto l’Ecuador come destinazione perché qui ha diversi amici che si sono offerti di darle una mano, sia dal punto di vista economico sia logistico, per permetterle di raggiungere un luogo sicuro.